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L’antichissima citta’ di claterna

Le nuove scoperte direttamente da Claterna, la “Pompei del Nord Italia” a Ozzano dell’Emilia

Iscrizioni, frammenti di marmo colorato, monete e parte di un teatro romano sono emersi nei recenti scavi condotti nell’area archeologica bolognese. Scoperte che trasformano Claterna, l’antica città romana, da zona di passaggio a centro di commercio con contatti diretti con Roma

Nel Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, Ozzano dell’Emilia vide il primo esempio di urbanizzazione del territorio con la città romana Claterna, risalente al II secolo a.C. 
Sebbene per molto tempo l’antica città sia stata immaginata dagli studiosi come luogo di passaggio verso la Capitale, oggi, grazie alle nuove scoperte archeologiche, si può asserire che fosse un centro urbano ben sviluppato e con contatti diretti con Roma. Una conferma che arriva dal ritrovamento di iscrizioni, frammenti di marmo colorato, 3mila monete – tra cui un Quinario, moneta d’argento della Repubblica Romana datata 97 a. C. – e un corridoio della cavea di un teatro. Scoperte che hanno interessato solo un decimo della vasta area archeologica, a cui sono stati assegnati per gli scavi del triennio 2022 – 2024 oltre 700mila euro per il teatro e la domus dei mosaici, a cui si aggiungeranno ulteriori fondi “destinati a interventi di scavo archeologico, restauro, valorizzazione e riutilizzo del teatro romano”, ha sottolineato il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni. 

da Wikipedia

Claterna è sorta probabilmente come tappa nel tragitto fra le due colonie maggiori, come tanti altri centri che costellano la via Emilia, tutti a una distanza pressoché regolare l’uno dall’altro, che corrisponde ad una giornata di marcia delle legioni.

Con l’inizio della colonizzazione romana della Gallia Cisalpina e la costruzione della via Emilia, in parte forse sul tracciato di un antico sentiero pedecollinare,[2] Claterna fu fondata alla confluenza nell’Emilia di un’altra strada romana che attraversava l’Appennino, forse la via Flaminia Minor[3], che congiungeva la strada emiliana con Arezzo.

L’insediamento, di medie dimensioni per quei tempi, sorse verso l’inizio del II secolo a.C. (le fonti storiche indicano il 183 a.C.)[4]. Inizialmente un semplice villaggio, ottenne il rango di municipium nel I secolo a.C., come capoluogo di un territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro.[1]

Come molte altre città dell’Impero, Claterna cominciò il suo declino durante la crisi del III secolo, colpita dalla crisi economica e politica delle istituzioni Romane e dall’inizio delle incursioni barbariche. La città si impoverì e la popolazione diminuì, fino al definitivo abbandono poco dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, tra il V e VI secolo.[5]

È un raro esempio di città scomparsa in Emilia-Romagna.